In una stanza di motel, Jon, aspirante regista con degli ideali, incontra il suo vecchio amico Vince, un pompiere nevrotico e intossicato dall’alcol. I due non si vedono dai tempi del liceo. Tra battute e provocazioni, la conversazione prende una brutta piega: Vince insiste su un episodio del passato in cui Jon avrebbe avuto un rapporto sessuale ambiguo con Amy, allora fidanzata di Vince.
Le cose si complicano quando Amy arriva nella stanza, inaspettatamente. Di fronte a lei, le versioni dei fatti si scontrano e vediamo tre persone raccontarsi la verità a turno, ognuno la propria.
Tape è un testo teso e incalzante che scava nei meccanismi della memoria, nel bisogno di verità e nella violenza sotterranea dei rapporti affettivi.
In un tempo in cui parole come consenso, abuso, colpa continuano ad occupare il dibattito pubblico, Stephen Belber firma un dramma contemporaneo essenziale e crudele, che mette a nudo le contraddizioni morali di una generazione, costringendo i personaggi, e con loro il pubblico, a chiedersi: cosa significa davvero assumersi la responsabilità di ciò che si è fatto, o che si è lasciato accadere?