BRUTTO è una satira feroce sullo straniamento che si vive oggi in rapporto al proprio aspetto e al proprio corpo.
Il Sig. LETTE lavora per SCHEFFLER come inventore. Sicuro di partecipare a una convention per la presentazione di un suo brevetto, scopre invece di essere stato sostituito da KARLMANN, il suo assistente, per il semplice fatto di essere troppo brutto. Perché nessuno gliel’ha mai detto prima? Perfino sua moglie FANNY è costretta ad ammettere d’averlo sempre considerato orrendo, ma d’averlo amato comunque, nonostante questo. L’unica scelta possibile, per rimediare a un aspetto così disastroso, sembra essere quella di un radicale intervento chirurgico. L’operazione riesce, ed ecco che, inaspettatamente, LETTE diventa bellissimo. Il chirurgo che l’ha operato lo usa come testimonial del proprio talento plastico e il suo capo ne fa un’icona aziendale per attrarre donne ricche e disposte a diventare solide azioniste. Ma la cosa non dura a lungo.
Marius von Mayenburg, spingendosi fino al grottesco, mette la società davanti ad uno specchio che ne mostra vanità e superficialità delle relazioni. Il tutto amplificato teatralmente dal fatto che quattro attori recitano otto ruoli diversi, senza sostanziali cambiamenti nei loro volti.
Il risultato finale è quello di una brillante commedia degli equivoci, un’efficace satira sociale intorno a temi come quelli dell’identità, del conformismo e della relatività del successo.
di
Marius von Mayenburgtraduzione
Umberto Gandiniregia
Bruno Fornasaricast
Tommaso Amadio, Mirko Ciotta, Michele Radice, Cinzia Spanòscene e costumi
Erika Carrettaproduzione
Teatro Filodrammatici di Milano-
«Un testo scivoloso e affascinante che Bruno Fornasari orchestra come una secca partitura antinaturalistica […]. Ai quattro protagonisti il complesso compito d’interpretare ruoli diversi senza trucchi né cambi costume. Chapeau al Teatro Filodrammatici per la coerenza del lavoro sulla drammaturgia contemporanea.» (Sara Chiappori, La Repubblica)
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«Tommaso Amadio e gli altri attori danno vita ad un perfetto meccanismo scenico con enorme aderenza, tempi perfetti, massima intensità in ogni istante, fino al paradossale finale.» (Ilaria Angelone, Hystrio)
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«Uno spettacolo che rapisce e che come sempre, alla maniera “fornasariana”, fa ridere amaramente.» (Patrizia Pertuso, Metro)